Ho visto un fustino di cartone gettato in strada bloccare il passaggio di un bimbo verso casa...
spazzatura e vergogna di una città indomabile, cruda, amara.
Ho visto i soliti vecchi induriti dal mare brontolare in piazza per-chissà-cosa.
Sento il vuoto dell'ebbrezza dentro la testa ma sono le 9 e sono sveglia, purtroppo.
Un viso gioca a nascondino con i miei pensieri...Alessandro, perchè?
Ho visto un fratello annientato dal dolore piangere accanto al padre e alla madre su quel volto più giovane di lui, sulla sua bara bianca, sul suo vestito della cerimonia...l'ultima.
Molta umana fragilità negli abbracci e nelle strette di mano,
molta amarezza nei visi di chi l'ha amato e l'ha visto uscire di scena troppo presto.
Io non ho saputo trovare le parole per pregare dinnanzi a lui,
ma gli ho sussurrato nella mente di liberare ancora la propria luce vitale
mescolandosi al sangue e alla salsedine della nostra terra tragica e bellissima
in tutta la libertà del non essere, nello splendore della carne che si fa luce.
Gli ho chiesto di dare respiro a chi senza di lui non riesce più a respirare.
In questo giorno di maggio senza senso, spento e gelido come
uno qualunque di marzo, indeciso sulla questone primavera,
questo ragazzo che saltava i muretti per giocare con me in cortile sotto il sole cocente,
quest'uomo che racconta nel silenzio della voglia di farcela onestamente,
di sorridere nonostante tutto, portando a spasso per l'Italia quella gioia inconfondibile
del bambino siciliano cresciuto nella semplicità che non piange se cade ma si rialza e cammina,
oggi grida "mamma fausa" alla fatalità che ha congelato i suoi sogni, il suo amore, il suo domani.
Quel bambino e quest'uomo sono felici nei miei ricordi...e io sono felice di esserne custode.
Mi propongono di prendere per mano la mia vita e di viverla più che posso.
Ciao e arrivederci!