sabato 28 febbraio 2009

nOn me



Io sono il mio corpo.
Io sono la mia fronte non troppo segnata;
i miei occhi grandi e
umidi della terra scura d'inverno.
Io sono il mio profilo,
dono paterno impenetrabile, taciturno;
le mie labbra sottili e chiuse in un silenzio pudico
che racconta di dolci baci mai dati.
Io sono le mie guance paffute,
dei colori dell'infanzia e dell'ingenuità della neve.
Io sono il mio respiro,
una gabbia di paura e sgomento.
Io sono i miei fianchi prosperosi e materni,
avamposti di un ventre costellato da arcipelaghi di nei scuri
gocce d'inchiostro su acque limpide.
Io sono i miei arti carnosi e floridi di composta mascolinità;
le mie mani grandi trasudano femminea forza e fragilità.
I miei piedi larghi e lunghi sono ventose sulle pareti del mondo;
drappi al vento che vacillano nella raffica paralizzante del presente.
Io sono i segni del mio sguardo di giovane vecchia.
Io sono il mio corpo,
ma il mio corpo non è me.

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